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FAUNA SELVATICA,
CONOSCERLA PER PROTEGGERLA

StelvioLAB- Storie di uomini e natura

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In viaggio con Marzia per scoprire
l'importanza della FAUNA SELVATICA

STELVIO LAB - PUNTATA 3

Fauna selvatica, conoscerla per proteggerla

Ci accompagnano in questo viaggio: 
Guida:  Marzia Zanon, studentessa
Esperti:

  • Ivan Callovi - esperto Parco Nazionale dello Stelvio
  • Luca Pedrotti - coordinatore scientifico Parco Nazionale dello Stelvio
  • Bogna Sudolska - esperto Parco Nazionale dello Stelvio
  • Francesca Cozzi - ricercatrice Parco Nazionale dello Stelvio
  • Franco Rizzolli - esperto Parco Nazionale dello Stelvio

Scarica la scheda sommario della terza puntata 'Fauna selvatica, conoscerla per proteggerla'

SOMMARIO

Cervi nella neve nel Parco Nazionale dello Stelvio | © Archivio APT Val di Sole - Ph Marco Angeli

La fauna del Parco

La fauna vertebrata terrestre presente nel Parco Nazionale dello Stelvio è quella tipica degli ambienti alpini. Le condizioni di vita a queste quote sono infatti estremamente difficili e non molte specie riescono a sopravvivere sfruttando le scarse risorse disponibili nell’intero corso dell’anno. Improvvise e cospicue variazioni termiche, vento forte, aria rarefatta (quindi basse concentrazioni di ossigeno), lunghi inverni con temperature molto rigide, abbondanti precipitazioni nevose con manto persistente per molti mesi all’anno e scarsa disponibilità di cibo sono solo alcune delle difficoltà che gli animali devono affrontare (o saper aggirare) per occupare questi ambienti. Vi troviamo così specie opportuniste, ad ampio spettro ecologico, con ottime capacità di adattamento, specie che fanno fronte alla scarsità di cibo invernale con diverse strategie, come la migrazione, e specie più stenoecie (adattate in modo specifico a particolari condizioni ecologiche), che si sono evolute proprio in ambienti con le caratteristiche restrittive sopra elencate e che perciò presentano gli adattamenti più specifici alle temperature rigide e alla presenza di un manto nevoso persistente.

Guardie del Parco Nazionale dello Stelvio | © Archivio APT Val di Sole - Ph Dario Andreis

Il Parco Nazionale dello Stelvio, un laboratorio per monitorare le risorse naturali e i cambiamenti climatici

Il Parco Nazionale dello Stelvio è uno dei diversi “laboratori” distribuiti a livello globale in cui grazie alle caratteristiche orografiche è possibile monitorare l’incidenza dei cambiamenti climatici alle differenti altitudini. 
Nel Parco vengono quotidianamente svolte attività di monitoraggio e raccolta dati standardizzata nel tempo e nello spazio (a quote diverse) per monitorare l’evoluzione, i cambiamenti e le perdite della biodiversità faunistica e della vegetazione.
Sono diversi e numerosi gli studi storici del Parco, che permettono di osservare e misurare questi cambiamenti, come ad esempio gli studi sulla marmotta, che è un roditore tipico delle aree aperte, poste oltre il limite del bosco. La conoscenza della fluttuazione della popolazione avvenuta nel corso degli anni può essere un ulteriore elemento per individuare l’effetto del cambiamento delle condizioni ambientali dovute al clima. Tra questi studi, anche l’indagine sulla dinamica della popolazione del cervo e l’evoluzione della stessa nel corso degli ultimi decenni nell’area protetta in relazione al climate change e all’azione dell’uomo.

Caprioli nel bosco | © Archivio APT Val di Sole - Ph Tiziano Mochen

Il Parco come laboratorio per conoscere le relazioni e le reti degli ecosistemi

Il Parco dello Stelvio non è solo uno mezzo per tutelare il territorio ma è uno strumento che permette agli scienziati di monitorare le diverse popolazioni di animali: i monitoraggi sono il frutto di una costante raccolta di informazioni che permette di poter raccontare l’evoluzione delle specie animali. La raccolta di questi dati rappresenta un elemento imprescindibile per la conservazione. Tra questi monitoraggi quello delle cascate trofiche è fondamentale per individuare cosa potrebbe cambiare nelle reti ecosistemiche (dal bosco alle specie preda sino agli uccelli) con l’arrivo dei grandi predatori (lupo) nell’ambito delle aree di nuova colonizzazione quali il Parco. 

Gipeto nel Parco Nazionale dello Stelvio | © Archivio APT Val di Sole - Ph Alfredo Alvarez

Monitoraggio dello stato delle popolazioni dei grandi rapaci

I monitoraggi sono il frutto di una costante raccolta di informazioni che permette di poter raccontare l’evoluzione delle specie animali. La raccolta di questi dati rappresenta un elemento imprescindibile per la conservazione.
L’aquila e il gipeto, tra i grandi rapaci, sono le specie più rappresentative di questo lembo della catena alpina. L’aquila è l’unico grande predatore mai scomparso da questi territori e il ritorno del gipeto è il frutto di un ambizioso progetto di conservazione e ripopolamento.
I picchi e i rapaci forestali rappresentano degli ottimi indicatori per valutare lo stato di salute e la ricchezza e complessità degli ambienti forestali. Studiare presenza ed evoluzione di queste specie significa capire meglio anche gli interi ecosistemi forestali.

La potenza del bramito del cervo | © Archivio APT Val di Sole - Ph Sergio Peroceschi

Ricerche sull’interazione uomo, fauna e habitat

Gli studi scientifici condotti nel Parco osservano il comportamento dell’uomo negli ambienti naturali, valutando le aree maggiormente utilizzate e i periodi di maggiore frequentazione nel corso delle stagioni. 
Il Parco Nazionale dello Stelvio, nonostante non sia un ente di ricerca, da anni porta avanti un lavoro di raccolta dati attraverso i monitoraggi, finalizzato a trovare soluzioni pragmatiche per la conservazione degli ambienti naturali e per la mitigazione degli effetti della presenza e della fruizione umana. Questi in sostanza permettono di focalizzare l’attenzione su un importante concetto: poter affrontare la scommessa di conciliare una necessaria convivenza tra il nostro mondo e il mondo della natura.

Approfondisci con l'esperto

Se tu e i tuoi compagni avete domande circa le tematiche trattate nel video o avete piacere di approfondire l'argomento, i invitiamo a scrivere un e-mail a comunicazione@visitvaldisole.it per prenotare una videoconferenza di 20 minuti con uno degli esperti intervenuti nel video . Vi preghiamo di indicare nel testo dell'e-mail:

  • la videolezione a cui vi riferite e la tematica che vorreste approfondire;
  • 3 possibili date e orari in cui tu e la tua classe siete disponbili per la videoconferenza;
  • un indirizzo e-mail e/o un recapito telefonico a cui potervi ricontattare per accordarci sull'appuntamento.

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